Per la prima volta un prete cattolico è stato portato e trattenuto al commissariato dalla polizia francese per una protesta legata al matrimonio gay.
CONTROLLI DELLA POLIZIA. Didier Pirrodon, curato di Saint-Cyr-au-Mont-d’Or, piccolo comune di 5 mila abitanti, è stato invitato come ogni anno alla cerimonia di promozione degli allievi commissari della Scuola nazionale superiore della polizia.
Alla cerimonia, in qualità di rappresentante del governo francese, era presente anche il premier Jean-Marc Ayrault.
Per questo, alcune decine di persone appartenenti alla Manif pour tous si sono riunite davanti agli uffici postali del Comune a manifestare contro l’arresto di Nicolas, il giovane di 23 anni condannato a due mesi di carcere perché protestava contro il matrimonio gay. Molti dei manifestanti, come succede da mesi in Francia davanti a queste proteste, sono stati interpellati dalla polizia e portati al commissariato.
SACERDOTE TRATTENUTO. Informato via sms dai suoi parrocchiani che anche le persone in uscita dalla chiesa avevano subito un controllo di identità da parte della polizia, il curato Didier Pirrodon, «trovandolo inaccettabile», alla fine della cerimonia si è avvicinato al prefetto e al sindaco presenti per protestare.
«A questo punto – racconta il sacerdote al Le Progrès – sono stato portato anch’io al commissariato. Quello che mi aveva fatto arrabbiare e che io trovo inammissibile è che anche le persone in uscita dalla chiesa siano state controllate dalla polizia. E anche molte famiglie che si trovavano vicine agli uffici postali sono state trattenute per diverse ore».
SINDACO DENUNCIATO. A conferma che la legge sul matrimonio gay sta dividendo sempre di più i francesi, facendo gridare molti a un vero e proprio «stato di polizia» contro chi dissente, ieri il sindaco di Arcangues Jean-Michel Colo è stato denunciato per discriminazione perché si rifiuta di celebrare insieme ai suoi aggiunti un matrimonio gay.
L’avvocato della coppia gay che porterà il primo cittadino in tribunale ha dichiarato che la legge deve essere rispettata senza eccezioni. Colo ha però affermato, come promesso da Hollande nel 2012, di avere diritto all’obiezione di coscienza. Hollande però si è poi rimangiato tutto e il sindaco denunciato ora rischia una multa di 75 mila euro e cinque anni di carcere.
Colo ha anche ricevuto pressioni dal sottoprefetto di Bayonne, Patrick Dallenes, che ieri lo ha convocato dandogli quattro giorni di tempo per cambiare idea.
articolo pubblicato su Tempi.it