Una cosa è certa: nessuno a sinistra si sarebbe aspettato tanta grazia, né alcun parlamentare della sinistra avrebbe osato presentare un disegno di legge sulle unioni omosessuali come quello proposto da Galan, Bondi e altri del Pdl. Perché – pur senza il coraggio di chiamarlo matrimonio – la proposta Galan nella sostanza proprio questo propone: il riconoscimento dei matrimoni gay, come ben spiega il nostro Tommaso Scandroglio nell’articolo in Primo Piano.
Questa proposta di legge, che non a caso ha raccolto il plauso entusiasta delle associazioni omosessuali e di esponenti della sinistra, comunque vada segna uno spartiacque nella storia del centrodestra in generale, e del Pdl in particolare. Perché ci dice che la componente laicista del Pdl – sempre esistita – ha preso decisamente il sopravvento ed è in grado di dettare la linea.
Sì, perché più ancora della stravagante iniziativa di politici in crisi di credibilità, è significativo il silenzio dei vertici del partito, Berlusconi in testa. E’ il segnale che – seppure non fosse personalmente favorevole – Berlusconi non farebbe nulla per fermare Galan e soci. Del resto l’ex presidente del Consiglio non più di tre settimane fa ha nominato come consigliere per i temi etici l’animalista Michela Vittoria Brambilla, che è un po’ come nominare il medico nazista Josef Mengele a responsabile per i diritti umani.
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