La tempesta era nell’aria da tempo e ieri si è scatenata. Infatti nel pomeriggio di giovedì è stata resa pubblica la Proposta di Legge dell’on. Giancarlo Galan ed altri (Sandro Bondi, Daniele Capezzone, Laura Ravetto, Gabriella Giammanco, Stefania Prestigiacomo. Elio Massimo Palmizio, tutti del Pdl), dal titolo “Disciplina dell’unione omoaffettiva”.
Proviamo ad analizzarla per sommi capi.
Nell’introduzione si scrive: “La nostra Costituzione […] non esclude l’unione tra persone del medesimo sesso”. Certo, nel testo si parla di “unione” e non di “matrimonio” ma il concetto è quello. Comunque sia la nostra Costituzione non esclude esplicitamente nemmeno un “matrimonio” tra uomini e bestie, eppure chi mai penserebbe che sia giusto sposarsi il proprio cane? E poi peccato che la Costituzione faccia esplicito riferimento nell’art. 29 al solo matrimonio naturale, cioè a quello tra uomo e la donna. In tal modo, in modo implicito, esclude tutti gli altri tipi di “matrimoni”.
Proseguono Galan & Co. domandandosi retoricamente: “Possiamo noi, onorevoli colleghi, permettere che due cittadini italiani abbiano diritti diversi in base al proprio orientamento sessuale o in base alla natura del proprio legame affettivo? No.” Come più volte abbiamo puntualizzato su queste pagine, i diritti fondamentali nel nostro ordinamento giuridico sono già assicurati a tutti, anche agli omosessuali. Oltre a questo, esistono una ventina di leggi e moltissime pronunce dei giudici che già tutelano i conviventi – etero o omosessuali che siano – proprio in relazione a quei diritti che sono inseriti nel testo di Galan: fatica sprecata quindi.
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