Benedetto XVI: la gratuità non si acquista sul mercato né si può prescriverla per legge. Tuttavia sia l’economia, sia la politica hanno bisogno della gratuità di persone capaci di dono reciproco.
Lo ha detto il Papa ai rappresentanti del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale, della Federazione Organismi Cristiani di Servizio Internazionale Volontario e del Movimento Cristiano Lavoratori, ricevuti in udienza questa mattina, sabato 18 maggio, nell’Aula Paolo VI.
Cultura, volontariato e lavoro, ha aggiunto Benedetto XVI, costituiscono un trinomio indissolubile dell’impegno quotidiano del laicato cattolico “che intende rendere incisiva l’appartenenza a Cristo e alla Chiesa” sia nell’ambito privato sia nella sfera pubblica della società. Il fedele laico si mette in gioco quando incontra chi è nel bisogno e – soprattutto nell’ambito del lavoro – “si sforza di promuovere la dignità umana”.
Il dono di sè è il comune denominatore di questi tre ambiti, nei quali il laico cristiano si deve muovere seguendo la “logica di Cristo”, fondamento di quella “logica del dono” che, spesso bistrattata, trova, proprio in quanti offrono “il loro tempo, le proprie abilità e competenze, la propria istruzione, la propria professionalità” tutta la sua valorizzazione.
Esemplare in questo senso la famiglia, il “primo luogo – ha detto il Pontefice – in cui si fa esperienza dell’amore gratuito”. E non a caso, ha fatto notare, quando ciò non accade la famiglia stessa entra in crisi e si snatura. Già nella Caritas in veritate Benedetto XVI aveva fatto ricorso all’esemplarità della famiglia come momento educativo fondamentale per imparare a vivere da cristiani. nella logica della gratuità ed estenderne il modello a una dimensione universale.
“Il donarsi senza riserve per il bene dell’altro” aiuta tra l’altro a scoprire la felicità profonda. Ciò è tanto più vero quando si parla di questioni sociali come la giustizia, l’economia, la politica, tutti ambiti nei quali c’è bisogno “della gratuità, di persone capaci di dono reciproco”. Su questa strada – “che è la via del Vangelo” – bisogna continuare a camminare fedeli alla dottrina sociale della Chiesa e leali con i pastori.
Il Papa ha concluso incoraggiato i rappresentanti dei movimenti laicali a proseguire su questa strada.
Fonte: L’Osservatore Romano del 20 maggio 2012