Città del Messico (Agenzia Fides) – Nel primo trimestre del 2013 sono già stati registrati 767 omici di minori tra 0 e 17anni di età. E’ quanto emerge da un rapporto della Rete per i Diritti dell’Infanzia in Messico (Redim), nel quale si puntualizza che tra il mese di gennaio 2007 e lo scorso marzo le morti violente di minori sono state 1800, tutte collegate con la lotta tra il governo e il crimine organizzato.
La media mensile nel 2010 è stata di 15 morti, 20 nel 2011, 24 nel 2012 e 20 dall’inizio del 2013. I mesi di febbraio 2011 e giugno 2012 sono stati quelli con il maggior numero di morti: 34 al mese. I dati del Redim, fino ad aprile 2013, evidenziano che il settore più vulnerabile è quello degli adolescenti tra 15 e 17 anni e gli Stati più pericolosi sono Chihuahua, Nuevo León, Guerrero, Sinaloa y Tamaulipas. Inoltre, 7 minori su 10 vengono uccisi con armi da fuoco e l’80% degli omicidi rimangono impuniti.
La ong ha anche denunciato lo sfruttamento da parte di bande criminali e dei cartelli del narcotraffico di 15/ 20 mila adolescenti. In un altro studio, realizzato sempre dal Redim risulta che, dal 2010, in Messico un bambino o adolescente viene assassinato ogni 36 ore e la morte è legata alla lotta contro il crimine organizzato. Nel 2010 sono stati registrati 174 omicidi; nel 2011, 244; nel 2012, 289.
Dall’inizio di quest’anno ci sono stati almeno 50 casi. Si tratta, secondo fonti locali, prevalentemente di crimini usati come monito per spaventare le famiglie. Il 77% di questi omicidi sono commessi con armi da fuoco, il 5% con strangolamento; il 3% con armi da taglio; l’1%, con materiale esplosivo e aggressioni sessuali; il 7% con vari metodi che vanno dallo smembramento al sotterramento dei corpi. (AP) (4/5/2013 Agenzia Fides)