Mosca (AsiaNews/Agenzie) – I controlli a tappeto avviati dalle autorità russe sulle “organizzazioni non commerciali” nel Paese sono arrivati anche alla Chiesa cattolica. Il 4 aprile, la direttrice del centro Caritas di San Pietroburgo, Natalya Pevtsova, ha reso noto che ispettori inviati dalla procura e dal fisco, insieme a funzionari dell’istituto per i diritti dei consumatori (Rospotrebnadzor), hanno condotto un’ispezione negli uffici dell’organizzazione cattolica nella capitale del Nord.
A quanto raccontato dalla donna, dipendenti e volontari presenti sono rimasti scioccati. “Hanno controllato tutto: dalle condizioni delle nostre toilette, fino ai documenti relativi alle attività caritatevoli”, ha aggiunto la Pevtsova.
Gli agenti hanno portato via alcune carte e promesso di comunicare i risultati dell’ispezione il prossimo 8 aprile.
L’iniziativa delle autorità rientra nelle più ampie verifiche condotte nell’ultimo mese sulle organizzazioni non governative finanziate dall’estero, in applicazione alla legge varata lo scorso anno, che impone loro la registrazione come “agenti stranieri”.
Attivisti per i diritti umani hanno già denunciato il giro di vite come una mossa del Cremlino per mettere a tacere la società civile.
A San Pietroburgo i controlli sono iniziati lo scorso 19 marzo e ufficialmente mirano a verificare la presenza di elementi estremisti o terroristi e gli standard sanitari e di sicurezza delle strutture. Nella città degli zar, secondo quanto riporta Interfax, sono presenti 5mila Ong.
Intanto, una piccola parrocchia cattolica di Novocerkassk, nel sud della Russia, è stata tra le prime vittime dell’ondata d’ispezioni. La chiesa è stata condannata per la violazione delle norme anti-incendio. Il parroco, padre Alexei, dovrà pagare una sanzione pari a 675 euro. ”Ci sono molte versioni possibili. O un ordine politico o un modo di controllare le Ong, ma se le autorità vogliono risolvere il problema delle norme anti-incendio, possono farlo in tutt’altro modo”, ha fatto notare il sacerdote, denunciando come eccessiva la sanzione imposta.
Per ora, sulla vicenda, nessun commento ufficiale da parte della Conferenza episcopale o dai vescovi delle diocesi locali. (N.A.)