“La Sindone, icona del Sabato Santo, non ci rivela solo il soffrire di Cristo, ma anche la sua fede nell’amore potente del Padre che lo fa risorgere da morte”: è quanto scrive l’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nel suo Messaggio pasquale, presentato oggi in conferenza stampa.
Nell’occasione, il presule si è soffermato sull’Ostensione televisiva della Sindone che avrà luogo nel pomeriggio del Sabato Santo, su Rai Uno.
“Un evento di forte impatto mediatico mondiale”, ha sottolineato mons. Nosiglia, spiegando che si attende anche un videomessaggio di Papa Francesco. Al contempo, l’arcivescovo di Torino ha ribadito il contesto particolare in cui esso avverrà: nel Duomo di Torino, infatti, saranno presenti “molti malati e sofferenti, disabili e persone in difficoltà, che portano nel proprio corpo i segni della passione del Signore, ma la vivono con fede e abbandono alla sua volontà, offrendo come Gesù sulla croce il proprio sacrificio nella testimonianza dell’amore che si dona”.
In quest’ottica, la Sindone rivela “non solo il buio del sepolcro, ma anche la luce della risurrezione; non solo la disperazione di chi si sente solo con il proprio dramma, ma anche la fiducia e la speranza di vittoria che Dio assicura a chiunque si fida di Lui e della potenza della Pasqua del suo Figlio Gesù”.
“Se Cristo ha vinto la morte”, ha proseguito l’arcivescovo di Torino, allora è possibile tornare ad amare, è possibile perdonare, fare “della vita un dono di preghiera e di amore a Dio rinunciando ai beni terreni, alla propria realizzazione personale, agli affetti più cari e scegliere la vocazione al sacerdozio o alla vita consacrata per sempre”, è possibile credere nel matrimonio “rinunciando alla tentazione del disimpegno”, si può “lottare contro ogni forma di ingiustizia nel mondo del lavoro, mettendo al primo posto le persone” invece del profitto e del “consumismo sfrenato”; è possibile operare per un mondo di pace, e tutelare la vita di ogni persona umana.
Infine, mons. Nosiglia si è soffermato sull’inizio del ministero pertino di Papa Francesco: “La sua elezione è come un raggio di sole”, ha detto, “che ha squarciato le tenebre della sfiducia e dell’abbattimento di molti cuori”. Al centro dei suoi insegnamenti, ha concluso l’arcivescovo di Torino, c’è “la necessità di professare la nostra fede in Gesù Cristo, accogliendone la croce quale fonte di salvezza e di amore che dona se stesso, soprattutto per le persone più povere, sole e malate” e rimanendo custodi del Creato e di ogni uomo, “custodi con la tenerezza e bontà che vince ogni diversità, crea comunione e spirito di umile accoglienza”. (I.P.)
Testo proveniente dal sito di Radio Vaticana