Egitto senza giustizia: folle inferocite e vigilantes; criminali impiccati agli alberi

Il Cairo (AsiaNews/Agenzie) – Lo scontro fra Fratelli Musulmani e polizia, da settimane in sciopero, trasforma l’Egitto già instabile in una terra di anarchia dove l’unica legge che vige è la sharia. L’appello fatto alcuni giorni fa da Talaat Abdullah, Procuratore generale, che ha incoraggiato i civili ad arrestare i delinquenti e a consegnarli alla polizia ha dato il via a impiccagioni, linciaggi, mutilazioni e tentativi di crocifissione nei villaggi e nelle periferie urbane.

In poche settimane gli islamisti hanno organizzato gruppi di “vigilantes” per amministrare la giustizia.

La maggior parte di essi appartiene alla Gamaa al-Islamiya che di recente ha chiesto alle autorità il consenso di girare armata. In una conferenza stampa, Ahmed Mekki, ministro dell’Interno, ha definito i recenti linciaggi come “la morte dello Stato” criticando l’appello lanciato da Talaat Abdullah.

 

Il vuoto di sicurezza iniziato con lo sciopero della polizia sta gettando il Paese nel caos. I casi di pestaggi e tentativi di giustizia privata aumentano di giorno in giorno. Ieri nel villaggio di el-Guindiya nella provincia di Sharqiya (500 km a nord del Cairo), nella regione del Delta del Nilo una folla inferocita ha legato a un albero un uomo sospettato di furto picchiandolo fino a farlo morire.

Lo scorso 17 marzo un gruppo di “vigilantes” del villaggio di Sammound nel governatorato di Gharbiya ha impiccato due persone accusate di aver tentato di rapire una ragazza che era a bordo di un risciò. Essi sono stati prima linciati, poi spogliati nudi e infine impiccati a un albero. Una volta morti le guardie improvvisate li hanno appese a testa in giù come monito per i criminali.

Il fatto è avvenuto davanti a tutto il villaggio che gridava “uccideteli, uccideteli”. Un fotografo che ha assistito alla scena ha dichiarato all’Associated Press (Ap) di aver ricevuto minacce di morte se avesse scattato immagini dei linciaggi con la sua macchina fotografica. Un altro caso si è verificato il giorno successivo a Mahallah Ziad nello stesso governatorato.

Una folla di centinaia di persone ha circondato una delle poche stazioni di polizia attive tentando di catturare e giustiziare un uomo sospettato di aver rapito una ragazza del posto. Al-Muneer, portavoce dei Fratelli Musulmani di Gharbiya sottolinea che i linciaggi sono frutto di un’ondata di stupri e furti da parte di bande criminali, che da mesi imperversano nella regione. L’uomo spiega che nel governatorato i poliziotti sono troppo pochi e non riescono ad amministrare la giustizia, così la gente tenta di farlo con le proprie mani.

 

Una situazione molto simile si riscontra nell’Alto Egitto, dove ai casi di criminalità si aggiungono scontri fra musulmani e cristiani copti. Per “riportare” l’ordine la Al-Gamaa Al-Islamiya e Fratelli Musulmani si sono offerti di sostituire le forze dell’ordine, proponendo un servizio di sicurezza privata con il ​diritto di portare armi e procedere ad arresti.