Un Papa come Gregorio Magno comanda

Per una felice coincidenza, il 12 marzo, giorno d’inizio del conclave chiamato ad eleggere il successore di Benedetto XVI, è anche il “dies natalis” di san Gregorio Magno. Questo grande papa, quando fu eletto, inviò una estesa “Lettera sinodica” al patriarca Giovanni di Costantinopoli e agli altri patriarchi delle Chiese d’oriente, per comunicare il suo insediamento sulla cattedra di Pietro a Roma, avvenuto il 3 settembre del 590.

Oltre che delineare il suo programma, in questa lettera egli tratteggiò il profilo ideale di un papa con parole che fanno impressione per la loro intramontabile attualità:

“Considero che bisogna vigilare con ogni cura affinché colui che è a capo della Chiesa sia puro nei pensieri, esemplare nelle azioni, discreto nel tacere, opportuno nella parola, vicino a ciascuno per la compassione, elevato al di sopra di tutti nella contemplazione, unito nell’umiltà con chi opera bene, fermo per lo zelo della giustizia contro i vizi di chi opera male.

“Se cerco di approfondire con accurato impegno tutti questi aspetti, la vastità dei pensieri su ogni punto di vista mi tormenta. Infatti, come ho detto, bisogna soprattutto curare che chi è a capo della Chiesa sia puro nei pensieri, in quanto nessuna sozzura contamini colui che ha assunto il compito di purificare le macchie di impurità anche nei cuori degli altri. Perché è necessario che cerchi di essere pulita la mano che ha il compito di eliminare il sudiciume, affinché se essa è sporca e tenta di eliminare il fango, non inquini maggiormente quello che tocca (’ne tacta quaeque deterius inquinet, si sordida insequens lutum tenet’). Per questo è scritto: Purificatevi, voi che portate i vasi del Signore (Isaia 52, 11). […]

“Un cuore sacerdotale non segue mai pensieri vaganti, ma si lascia dirigere solo dalla riflessione (’quatenus sacerdotale cor nequaquam cogitationes fluxae possideant, sed ratio sola constringat’). […]

“Il cuore degli uditori del pastore è penetrato poi meglio da quella parola che è confermata dalla vita di colui che parla, perché ciò che il predicatore comanda parlando, se lo mostra con i fatti ne aiuta l’imitazione”.

Il testo integrale può essere letto in Gregorio Magno, “Lettere / I”,  Città Nuova Editrice, Roma, 1996, pp. 148-150.

Pubblicato sul blog Settimo Cielo di Sandro Magister