Una città raccolta in preghiera, per accogliere il Papa che si accinge a ritirarsi in preghiera. È così che si presenterà agli occhi di Benedetto XVI la popolazione di Castel Gandolfo il prossimo 28 febbraio, quando nel pomeriggio il Pontefice giungerà nel Palazzo apostolico al termine del suo ministero petrino. Beatrice Guarrera ha chiesto a don Pietro Diletti, parroco della chiesa castellana di Tommaso da Villanova, quali preparativi siano in atto.
R. – Vogliamo accoglierlo prima di tutto con la preghiera, perché sappiamo che è un uomo di preghiera e che sarà in mezzo a noi nella preghiera, anche se “invisibile” da un punto di vista fisico, come ha detto. Ci ritroveremo alle ore 16 del 28 febbraio e alle ore 17 inizieremo il Rosario alternato a delle piccole riflessioni del Papa, e quando arriverà – molto probabilmente alle 17.30 – e si affaccerà, noi smetteremo la preghiera e ci raduneremo lì, con tutti i flambeaux, nella piazza strapiena: stiamo mobilitando tutti e sappiamo che molti verranno anche da fuori. Sarà, quindi, veramente una manifestazione di affetto, di stima e di solidarietà per il Papa.
D. – Lei personalmente che cosa dirà al Papa, quando lo incontrerà?
R. – Io spero di incontrarlo, come l’ho incontrato sempre, avendolo incontrato, in due estati, dodici volte. In brevi incontri, ma anche lunghi incontri, abbiamo parlato tantissimo. Lui fa domande su tutte le cose. E’ un uomo che s’interessa dei particolari. Fa domande precise, per cui vuole risposte precise. Per esempio, riguardo alla campana che gli avevamo fatto, chiedeva in che tonalità fosse: in sol. E così per tutte le altre cose. Questo è veramente molto bello. Nonostante io sia qui da poco tempo – due anni e qualche mese – abbiamo già fatto amicizia in qualche modo e ogni volta che mi vede esclama: “Oh, il nostro caro parroco!” Ed io, una volta, arditamente ho detto: “Oh, il mio caro parrocchiano, che non sempre frequenta!”
Fonte: Radio Vaticana