Non c’è e non ci sarà una nuova Rivelazione di Dio. Quella compiuta in Gesù si è conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo. A questa verità della fede cristiana, il Catechismo della Chiesa Cattolica dedicata ampio spazio, ponendola in rapporto con quelle che la Chiesa chiama “rivelazioni prvate”. Il gesuita padre Dariusz Kowalczyk ne parla nella sesta puntata della sua rubrica dedicata ai 20 anni della pubblicazione del Catechsimo.
La Rivelazione di Dio si è compiuta in Gesù Cristo. La Nuova Alleanza, costituita in Gesù, è definitiva e “non è da aspettarsi alcuna nuova Rivelazione pubblica prima della manifestazione gloriosa del Signore” (CCC, 66) – dice il Catechismo, citando le parole di San Giovanni della Croce: “Chi volesse ancora interrogare il Signore e chiedergli visioni o rivelazioni, offenderebbe Dio”.
La Chiesa, infatti, ci dice che la Rivelazione si è conclusa con la morte dell’ultimo Apostolo. D’altra parte vediamo però che ci sono i dogmi di fede (p.es. il dogma dell’Assunzione) che così come si presentano oggi non c’erano agli inizi della predicazione del Vangelo. Il Catechismo spiega che “anche se la Rivelazione è compiuta, non è però completamente esplicitata” (n. 66). Nella persona e nella storia di Gesù ci è stato rivelato tutto, ma tocca alla Chiesa, guidata dallo Spirito Santo alla verità tutta intera (cfr. G 16,13), “coglierne gradualmente tutta la portata nel corso dei secoli” (CCC, 66).
In tale prospettiva possiamo comprendere il vero senso delle cosiddette rivelazioni private, alcune delle quali riconosciute anche dalla Chiesa come p.es. quelle di Lourdes e di Fatima. Il loro ruolo – come leggiamo nel Catechismo – non è di “migliorare” o di “completare” la rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare di viverla più pienamente in una determinata epoca storica” (n. 67). Una rivelazione privata dunque non è vincolante per la fede dei credenti.
Capita che i fedeli, seguendo diverse rivelazioni private ne diventino troppo entusiasti. Va ricordato quindi che anche se tali rivelazioni ci possano aiutare, Dio si fa conoscere soprattutto attraverso la Bibbia, la Tradizione e il Magistero della Chiesa. Nell’Anno della Fede siamo chiamati quindi piuttosto a leggere il Catechismo, e non ad aspettarci delle nuove rivelazioni.
Fonte: Radio Vaticana