Il 15 gennaio di 80 anni fa, la Vergine appariva alla piccola Mariette nel paesino belga di Banneux. Un evento straordinario che si ripeterà altre sette volte. Significativamente la Madonna si presenta alla bambina come la “Vergine dei Poveri” e proprio così viene venerata ancora oggi in tutto il mondo. Nel 1985 anche Giovanni Paolo II si recò come pellegrino a Banneux.
Tante le celebrazioni previste oggi, in particolare nel Santuario mariano, dove stamani è stata celebrata una Messa, presieduta dal nunzio in Belgio, mons. Giacinto Berloco. In Italia, la devozione è particolarmente forte a Milano dove, nella parrocchia a Lei dedicata, ha sede il “Movimento Madonna dei Poveri”. Alessandro Gisotti ha chiesto al responsabile del Movimento, padre Mario Zani, di soffermarsi sulla figura e il messaggio della Vergine di Banneux:
R. – Guardando sia l’aspetto geografico che quello sociale, la Vergine appare in un luogo che è quasi in periferia tra Germania e Francia, dove si era già svolto uno scontro militare tremendo, durante la Prima Guerra Mondiale, e ci sarà poi il secondo dopo pochi anni, purtroppo. Poi, c’è l’aspetto sociale: la Vergine appare in un paesino, in un villaggio, e per di più a una bambina povera, di famiglia povera, povera anche di fede.
Quindi, la vedo come una presenza di Maria che dice che Lei viene in spirito evangelico, viene proprio per essere portatrice di Colui che vince la nostra povertà attraverso la sua ricchezza, Suo Figlio Gesù. Tutto, a Banneux, parla di semplicità, di umiltà. Non ci sono grandi chiese, grandi costruzioni. Mi sembra che anche questi aspetti continuino a denotare ed evidenziare il tema della povertà, della semplicità, della debolezza, della fragilità umana, dove però Maria dice: sono qui, sono presente e presento a voi Gesù Cristo.
D. – Una cosa che colpisce è proprio questa. Bambini, povertà, Lourdes, Fatima, ma anche Apareçida, per non parlare di tanti altri santuari mariani: c’è sempre questa presenza di Maria tra gli ultimi…
R. – Certamente. E’ proprio Lei che si è detta povera e umile davanti a Dio. Direi che l’altro aspetto importante è Maria che si fa guida perché queste povertà vengano illuminate, cambiate da Gesù Cristo suo Figlio. Guida questa bambina quando l’accompagna alla sorgente e lì le dice: immergi le mani nella sorgente, in quest’acqua.
Questa immersione altro non è che immergersi in Gesù, sorgente di vita eterna. E’ un simbolo molto bello. Intanto, è un richiamo al Battesimo: ci immergiamo in Cristo Gesù, veniamo purificati e rigenerati. E poi è sempre un simbolo che fa capire come chi si avvicina alla sorgente della vita avrà in se stesso una sorgente d’acqua viva. Specialmente in quest’Anno della Fede questo è molto importante, il fidarsi e l’affidarsi al Signore Gesù.
D. – Il Belgio dove Banneux si trova è oggi uno dei Paesi più secolarizzati dell’Occidente eppure questo Santuario mariano resta una luce che irradia la fede. Anche questo è un segno di contraddizione, se vogliamo, proprio evangelico…
R. – Certo, sì, è vero. Anche pensando ad allora, l’ambiente in cui la Vergine appare e si rende presente è un ambiente di poca fede, sia nella bambina, sia nella famiglia, sia nei dubbi profondi che aveva l’abbé Jamin, che era il parroco del paesino.
Questo sacerdote aveva dubbi suoi particolari, era un po’ in crisi di fede. Infatti, alla quinta apparizione, la bimba, a nome dell’abbé Jamin chiede alla Madonna: “Bella Signora, il cappellano chiede un segno”. E lei risponde: “Credete in me, io crederò in voi”. Un po’, con il Vangelo, che dice: questa generazione chiede sempre i segni…
D. – Ottanta anni dopo le apparizioni, anche grazie e attraverso il vostro Movimento, la devozione alla Vergine di Banneux è molto diffusa un po’ in tutto il mondo…
R. – E’ diffusa molto, specialmente attraverso la rivista “La Madonna dei poveri” che arriva anche, per esempio, in Canton Ticino – dove è molto diffusa – e anche attraverso le varie collocazioni di statue, statuine, che si sono fatte dal 1947 in avanti, nelle case singole, nelle cappelline, nei giardini. C’è stata una presenza continua, capillare, quindi un messaggio che si è diffuso.
Noi Oblati di San Giuseppe abbiamo questo grande dono, questa grande grazia, di aver avuto la chiamata dal cardinale Schuster, nel 1945, a creare in questa zona molto povera, una parrocchia sotto il nome di “Madonna dei poveri”. E’ veramente una chiamata a credere nell’umiltà, nella semplicità, e che Dio, in Gesù Cristo, ci salva veramente tutti.
Fonte: Radio Vaticana