Quando pensiamo alle apparizioni di Kibeho, ci viene subito in mente lo spaventoso genocidio che si scatenò fra gli Huti, i Tutsi e i Twa dall’aprile al luglio del 1994. E, un po’ vigliaccamente, in cuor nostro ringraziamo Dio che tali brutalità non ci abbiano toccato, ma che anzi siano avvenute in un Paese talmente lontano da non conoscerne bene nemmeno la posizione geografica, perché solo a leggere i resoconti giornalistici del tempo si resta agghiacciati. In generale, poi, sappiamo pochissimo di quello che la Madre del Signore venne a dire a quella popolazione, tranquillizzandoci con il credere che quei messaggi, e le relative profezie, riguardavano solo loro e che tutto comunque si è già avverato e concluso.
E’ uscito invece nel maggio scorso un libro delle Edizioni Ares dal titolo “Io sono la Madre del Verbo” – Nostra Signora di Kibeho risveglio per i nostri tempi, scritto da Edouard Sinayobye, un giovane e brillante sacerdote, che fu testimone di quelle apparizioni – a cui deve la propria vocazione – e che è profondo conoscitore sia dei veggenti sia del Messaggio della Vergine .
Il saggio, che porta la prefazione di Vittorio Messori e la postfazione di Bernard Peyrous, è scritto con stile agile e avvincente ed ha la particolarità di collocare a pieno titolo le apparizioni della Madre di Dio in Ruanda, ufficialmente riconosciute nel 2001, fra le mariofanie fondamentali del ventesimo secolo, infatti la Madonna avvertì da subito che le sue apparizioni erano per il mondo intero.
In poco più di duecento pagine l’autore ribalta la diffusa convinzione dell’ininfluenza dei messaggi mariani nell’economia della salvezza (cfr. anche il nostro articolo sulle rivelazioni private) e fa ciò partendo proprio dall’analisi del significato dell’appellativo Madre del Verbo, con cui la Vergine si è presentata alle tre ragazze che sono state giudicate le uniche veggenti attendibili.
Infatti è assolutamente condivisibile il concetto, molto ben argomentato e documentato, che la Madre del Signore, avendo portato in grembo il Figlio di Dio incarnato ed avendolo dato al mondo, è anche portatrice della sua Parola, cioè il Verbo – logos in greco – che ella non può assolutamente contraddire ma che anzi ci trasmette perché, pur nella nostra libertà di aderirvi o meno, possiamo conoscere quello che il Signore ci comunica attraverso di lei e decidere di conformare la nostra vita al Vangelo di Cristo.
In queste, come nelle altre apparizioni riconosciute dalla Chiesa, la missione profetica di Maria si estrinseca innanzitutto nel mostrarci come le nostre infedeltà, sia personali sia collettive, appaiano realmente agli occhi di Dio e quali potrebbero essere per noi le conseguenze di un ostinato perseverare nel peccato.
Come fu madre provvida a Cana e maestra dei primi discepoli, allo stesso modo in Ruanda negli otto anni (dal 1981 al 1989) del suo apparire la Santa Vergine ha svolto una vera e propria catechesi pedagogica per riportare i suoi figli sulla strada della retta fede, non lesinando consigli ed ammonimenti materni.
Punti nodali della sua rievangelizzazione sono il pentimento e la preghiera, di cui ha esposto quali siano i modi graditi a Dio e più fruttuosi per noi, incitandoci a ciò anche con il descrivere lo stato drammatico in cui versa il nostro mondo e ricorrendo spesso ad immagini e paragoni.
Alla veggente Nathalie infatti ha detto: “Il mondo è in rivolta contro Dio, il mondo è malato, il mondo ha dei denti affilati, il mondo è moribondo, esso è sul punto di cadere in un abisso e i peccati sono più numerosi che le gocce d’acqua dell’oceano.” (pp.112-113)
I peccati più inquietanti indicati dalla Madonna sono: la durezza dei cuori, l’ipocrisia, l’idolatria, la ribellione contro Dio, la depravazione dei costumi, la crudeltà, le guerre fratricide, gli odi di ogni genere, le cattiverie, le liti, le empietà, la mancanza d’amore fraterno e del senso della preghiera (p.112)
Ma a tutti questi mali spirituali Maria contrappone come rimedio la conversione e la preghiera senza utilitarismo, cioè quella di adesione totale a Cristo e alle sue sofferenze, di cui spiega tutta l’efficacia salvifica. Infatti ha raccomandato la recita del Rosario dei sette dolori, insegnando alla veggente Marie Claire come meditarlo correttamente (pp.103-104)
Di fronte alla sofferenza che intravvede nel volto della Madre per le indifferenze degli uomini nei confronti dei suoi richiami, la veggente Nathalie con spirito profetico le confida: “Ciò che ti fa soffrire è che verrà un giorno in cui noi vorremmo ascoltare ciò che tu dici – amarti, servirti, obbedirti e fare ciò che comandi – ma allora sarà troppo tardi!” (p. 124)
Non sono mancate neppure a Kibeho le visioni del Paradiso, dell’Inferno e del Purgatorio, così come del Diavolo, contro il quale la Madre del Signore dà ai suoi figli i consigli per vincere: una vita radicata in Dio, la preghiera sincera, il digiuno e l’acqua benedetta. (p. 75)
E sull’importanza dei riti di benedizione l’autore dedica un intero capitolo (pp. 141-147) in cui espone gli insegnamenti della Vergine sull’importanza di tali pratiche anche in riferimento alle Sacre Scritture.
Per quanto riguarda infine le visioni tragiche che le veggenti ebbero su avvenimenti futuri, secondo l’interpretazione che ne è stata fatta a posteriori le predizioni si riferivano in modo particolare a quanto sarebbe accaduto di lì a qualche anno in Ruanda ma, più in generale, riguardavano il mondo intero. (p. 59)
Come in tutte le sue vere apparizioni, anche in quelle di Kibeho la Madre del Signore ha come unico fine il rinnovamento spirituale di un’umanità che sta brancolando nel buio di un neopaganesimo autolesionistico, il cui futuro dipende solo dalla risposta che gli uomini vorranno dare ai richiami che, attraverso di Lei, Dio stesso ci manda.
Quindi sta solo a noi prendere sul serio e mettere in atto gli invito alla conversione, al pentimento e alla preghiera che ci arrivano dalla Madre del Verbo.
Il bel libro di Edouard Sinayobye è sicuramente il saggio più completo per quanto riguarda il significato delle apparizioni mariane nel cammino della salvezza umana e, più che da leggere, è da meditare e mettere in pratica come un prezioso sussidio per affrontare le sfide spirituali del mondo moderno.
Paola de Lillo